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M.E.K.K.A.N.O XY 50

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La mattina seguente, Alex si svegliò e si occupò delle faccende di casa. Sarebbe stata tutto il giorno da sola a casa, poichè i suoi genitori erano fuori a fare compere; una volta sistemata la sua camera, toccò alla cucina, al bagno e alla stanza dei suoi genitori. Mentre faceva le pulizie non aveva notato che il tempo era corso abbastanza veloce e che si erano fatte già le dodici e mezzo. Approfittando dell'assenza dei suoi genitori, sgattaiolò in ospedale per mettere a posto anche la stanza di Amon; quando entrò l'accolse una stanza in penombra e con le tende tirate. Quell'ambiente per lei era chiuso e angusto e ancora non riusciva a capire perchè le infermiere si ostinavano a tenere Amon al buio. Fatto sta che decise di aprire la finestra per far cambiare l'aria alla stanza e far entrare i raggi del sole; si sedette una sedia e si mise a guardare il suo viso addormentato e sereno. Non sembrava soffrire in quel momento, ma il silenzio che c'era era rotto dal rumore dei macchinari che gli permettevano di respirare. Lei stava pensando alla prima volta che si erano incontrati; quanto terrore aveva provato nel ritrovarselo accanto in quel viale buio e stretto. Le aveva ispirato paura e temeva per la sua vita, ma non le aveva fatto del male; lui voleva solo avere Mekkano e dopo l'avrebbe fatta andare via sana e salva. Ma lei quel giorno era stata cosi forte da respingerlo e minacciarlo addirittura di usare quel guanto, nonostante non sapesse come funzionava. Ma poi, man mano che il tempo passava, il loro rapporto era diventato qualcosa di solido e splendido e tutti e due sapevano che potevano contare l'un su l'altra.
-"Forse sarò meglio che io me ne ritorni a casa"- si disse mentre si alzava dalla sedia. Andò verso Amon e gli diede un bacio sulla guancia dopo di che se ne andò.
Tornando a casa continuava a pensare a tutto il tempo che aveva passato assieme a lui; che momenti indimenticabili, tutti quei combattimenti, quel salvataggi e quei baci che si erano scambiati quando erano sotto il cielo di Praga. Si passò un dito sulle labbra e dopo sorrise. Andò in cucina per prepararsi il pranzo e per farsi compagnia, si mise a chiacchierare un pò con Mekkano:
-"Allora Mekkano, cosa mi suggerisci per pranzo? Avrei una certa fame"- disse sorridente
-"Le consiglio una bella fetta di carne al sangue signorina"- suggerì il dispositivo
-"Ma non ho idea di come si faccia"- si lamentò lei
-"Non si preoccupi signorina, Mekkano è un dispositivo che è stato programmato anche per la cucina"- e subito fece uscire dal dorso del dispositivo, due braccine esili che si misero a lavorare una fetta di carne, che avevano afferrato dal frigo
-"Sei sicuro di quello che fai?"- chiese non molto convinta la ragazza
-"Affermativo signorina. Stia tranquilla non la ucciderò"- scherzò per la prima volta il dispositivo
Sulla faccia di Alex, si allargò un sorriso un pò costretto ma dopo si sedette su una sedia accanto al tavolo e vedeva Mekkano all'opera. Non capiva come un dispositivo del genere, fosse capace di fare quelle cose; le braccine avevano insaporito la carne e l'avevano messa a cuocere. La carne fu prontà dopo un dò di tempo e subito fu servita a tavola, davanti alla ragazza che aveva l'acquolina in bocca. Mangiò con fame e non lasciò nemmeno una briciola sul piatto; dopo che mise a lavare i piatti nella lavastoviglie, decise di andare a stendersi in camera per qualche oretta fino a quando non furono arrivati i suoi genitori. Si chiuse nella sua stanza e si lasciò cadere pesantemente sul letto; il vento le accarezzava il viso e le mani, entrando dalla finestra spalancata. La finestra era aperta? E che l'aveve aperta, lei no di certo. Era stata tutto il tempo in cucina a mangiare assieme a Mekkano e prima di mangiare si era assicurata che non ci fosse nessuno in casa oltre lei. Stava iniziando a spaventarsi ma quando mise i piedi per terra per andare a chiudere le ante della finestra, si accorse che sotto ai suoi piedi c'erano delle foglie secche. Qualcuno doveva essersi introdotto in casa sua e lei lo doveva trovare a tutti i costi, prima che la situazione potesse peggiorare in qualche modo. Uscì dalla sua stanza per andare a controllare le altre, ma prima indossò Mekkano per difendersi caso mai avrebbe potuto incontrare qualche criminale in casa sua. Si accertò anche che quanto era prezioso, non fosse stato portato via. Non mancava niente; poi capì che si era allarmata inutilmente perchè quelle foglie potevano essere state portate in camera sua dal vento stesso. Una volta sulla soglia della porta della sua camera, vide un ragazzo seduto sulla finestra; era voltato di spalle e con i capelli bianchi ma poi si decise a rivolgerle qualche parola dopo un pò di tempo in silenzio:
-"Ho pensato che tu avessi qualcosa che mi appartenesse, cosi sono venuto a riprendermela"- le disse tutto serio mentre non si muoveva
Con sorpresa Alex, notò che il cassetto del suo comodino era ancora aperto e che li dentro non c'era più la maschera di Amon.
-"Chi sei e che cosa sei venuto a riprenderti? Non ho niente di tuo, non so nemmeno chi sei!"- gli urlò nervosa non riuscendo a vederlo in faccia
Il ragazzo aveva i capelli bianchi un pò lunghi fin tutto il collo e portava un cappellino per ripararsi dal sole ma poi continuò a dire:
-"Tiri fuori gli artigli con tutti mia cara? Non pensavo che il mio sonno ti avesse resa così violenta"- scherzò il ragazzo
-"Il tuo sonno? Ma che diavolo...vuoi deciderti a dimmi chi sei?!"- la ragazza perse totalmente la pazienza e si mise anche a puntare addosso a lui il dispositivo.
Per lei era un estraneo che si era introdotto in casa sua e doveva essere a tutti i costi mandato via, o la situazione sarebbe degenerata.
-"Va bene va bene. Spero solo che non ti spaventi per quello che vedrai"- le disse il ragazzo
Si alzò lentamente in piedi sulla scrivania sotto alla finestra e si voltò verso la ragazza; era Amon. Era sveglio. Era davanti a lei. Non riusciva a credere ai suoi occhi e pensava che tutto quello fosse solo un sogno.
-"Amon..."- erano le uniche parole che le erano uscite di bocca davanti a quella visione celestiale
-"Si, in persona mia cara. Contenta di vedermi?"- scherzò lui con un sorriso più bello che mai
Alex iniziò a tremare e lasciò cadere in terra Mekkano che mandò qualche lamento. Corse ad abbracciarlo mentre lui scendeva dalla scrivania tutto contento.
-"Non agitarti in questo modo. Sono vivo e adesso non è un sogno"- sorrise lui
-"Ma come hai fatto a svegliarti Amon? Cosa hai fatto?"- lo tempestò di domande ancora incredula
-"Ah non chiederlo a me. Non so nemmeno io come sia stato possibile ma alla fine ho aperto gli occhi e mi sono messo a urlare il tuo nome. I medici credevano che si trattasse di uno spasimo della mente ma come era possibile? Io ero vivo e vegeto e stavo anche parlando. Ti volevo con me"- spiegò mentre stringeva a se la ragazza
-"Adesso sono qui Amon...sono qui"- gli disse mentre si lasciava andare in un pianto incredibile
Lui si chinò su di lei per baciarla teneramente e poi le disse:
-"Devono essere stati momenti difficili per te mentre io mi facevo una bella dormitina"- scherzò lui
-"Si, ho dovuto distruggere altri virus e per poco la polizia non mi scopriva per quanto trambusto facevo per le strade"- spiegò lei commossa
-"Come sarebbe a dire altri virus? Credevo che Hide e Hike fossero dentro"- si scandalizzò lui
-"E' cosi infatti ma qualcuno deve aver rubato il computer che quei due avevano lasciato alla fonderia e ne ha messi in giro altri. Mi chiedo chi altro ci sia dietro a questa storia"- spiegò lei
-"Me lo chiedo anche io..."- aggiunse il ragazzo grattandosi il mento
Arriverà una sorpresa ;)
Buona lettura ;)
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