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M.E.K.K.A.N.O XY 47

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Durante i giorni successivi, la presenza di Alexandra era sempre più assidua in ospedale. Portava dei fiori nella stanza del suo compagno e restava li per continuare a guardare del meraviglioso viso; si era premurata anche di pulire la maschera sporca di sangue. La teneva con se nella sua camera, nascosta dentro ad un cassetto di un comodino accanto al suo letto. Accarezzando la pelle morbida e olivastra del ragazzo, pensava a quante volte avrebbe voluto farlo mentre lo guardava in quegli occhi meravigliosi e verdi. Il destino era stato davvero crudele con loro, tanto che gli aveva giocato questo orribile scherzo. Fortunatamente l'ospedale in cui Amon alloggiava, non era a Praga ma era nella città in cui viveva Alexandra; la scuola era appena finita e le vacanze erano iniziate. Più volte la ragazza era stata invitata ad andare al mare con le sue amiche, ma lei aveva sempre rifiutato; era anche diventata maggiorenne, ma si sforzò di sembrare felice la sera del suo diciottesimo compleanno. Quella sera avrebbe tanto voluto, che ci fosse stato anche Amon al suo fianco. Anche Jason andava in ospedale e ogni tanto accompagnava la ragazza per non lasciarla da sola.
-"Sei molto premurosa Alex. Non credevo che lo fossi"- disse Jason mentre la vedeva riporre i fiori dentro ad un nuovo vaso con l'acqua pulita
-"Che vuoi dire Jason?"- chiese lei senza voltarsi. Sembra assorta nei suoi pensieri e quasi per miracolo aveva afferrato la frase dell'amico.
-"La prima volta che ti ho salvata alla fonderia, nei tuoi occhi non ho visto un minimo di dolcezza o tenerezza, ma solo tanta forza, coraggio e audacia"- spiegò lui con calma
-"Continuo a non capire..."- disse lei debolmente
-"E' perchè non mi stai ascoltando Alex. Continui a pensare che tutto questo sia colpa tua ecco perchè passi la maggior parte del tuo tempo in questa stanza"-
-"Non sono affari che ti riguardano. Ci tengo molto ad Amon e mi sento in debito con lui"-
-"In debito per cosa? Cosa ha fatto lui per te?"-
-"Lui mi ha salvato la vira...è il custode della mia vita e ogni giorno mi seguiva da lontano per impedire che mi succedesse qualcosa..."- spiegò lei con le lacrime agli occhi
Lui si alzò dalla sedia e la raggiunse accanto al mobile e le disse una volta chinatosi per guardarla in faccia:
-"Non è giusto che tu continui a punirti in questo modo. E' solo colpa di Hike se lui si trova in questo modo, tu non centri niente lo vuoi capire?"- spiegò lui con tono serio e sicuro
Alex come sempre non lo stava ad ascoltare; per quanto la gente continuasse a ripetergli sempre le stesse cose, alla fine lei continuava a pensarla allo stesso modo. Era molto difficile farle cambiare idea. Delicatamente continuava a sistemare i girasoli nel vaso e faceva in modo che non fossero troppo attaccati l'un l'altro. Le tende svolazzavano spinte dal vento; nella stanza c'era un profumo delicato di fiori. D'un tratto, Mekkano iniziò a suonare; qualcuno si stava mettendo in contatto con lei. Si avvicinò e vide che era il generale Fergusson.
-"Buongiorno generale Fergusson"- quelle parole le uscirono a stento dalla bocca quando vide l'ologramma del suo capo, materializzarsi davanti a lei
-"Buongiorno a te Alexandra. Vedo che ti trovi in ospedale da Amon. Com'è la sua situazione?"- chiese serio ma leggermente dispiaciuto
-"Ancora non abbiamo nessuna notizia signore e nemmeno qualche miglioramento"- spiegò lei
-"Sono dispiaciuto per quello che è accaduto Alex, ma ti ho contattata per dirti che Hike vuole parlare con te..."- aggiunse il generale un pò esitante
A quelle parole, gli occhi di Alex si spalancarono per lo stupore; cosa aveva da dirle Hike in quel momento? Sicuramente non le avrebbe fatto le sue scuse per l'incidente, ma anche se lo avrebbe fatto non sarebbero servite a far svegliare Amon dal coma.
-"Va bene, accetto di parlare con lui..."- concluse lei di colpo
-"D'accordo. Sta arrivando una macchina per portati qui. Jason, verrai anche tu"- continuò il generale
-"Affermativo signore!"- obbedì Jason
Una volta chiuso il collegamento con il generale, la ragazza si voltò verso il letto del suo compagno; era triste ma nello stesso tempo in collera. Adesso aveva capito di chi era la colpa ed era come se si fosse risvegliata da un lungo sonno anche lei e questo risveglio le aveva schiarito le idee. Una volta al centro, gliel'avrebbe fatta pagare lei stessa ad Hike. Era solo colpa sua adesso, se Amon era ridotto in quelle condizioni. Durante il viaggio in macchina per arrivare al Centro, Alex stava pensando al motivo per cui Amon si era avventurato da solo alla fonderia per salvarla senza aspettare i rinforzi. Sapeva che lui provava una certa attrazione per lei e forse voleva dimostrarle il suo amore, salvandola da solo. Voleva dimostrarle che lui era un ragazzo che valeva anche da solo! Jason, che se ne era accorto che Alex si era immersa ancora una volta nei suoi pensieri, le appoggiò una mano sulla spalla. Vedendo quel gesto, lei gli rivolse un sorriso distratto ma poco dopo eccola di nuovo a viaggiare con la mente. Stringeva Mekkano al polso, una volta indossato; arrivarono davanti all'edificio del Centro e si avviarono verso l'entrata. Camminava fredda e impassibile lungo il corridoio, fino a quando non si piazzò davanti a se l'enorme figura del generale Fergusson.
-"Da questa parte, vieni"- le disse mentre le faceva strada verso la sala dove c'era Hike
Aprì la porta e la fece entrare dentro; rimase da sola con Hike ma per fortuna aveva Mekkano con se, caso mai quel pazzo criminale facesse qualche passo azzardato. Per un lungo momento, si fissarono negli occhi senza dire una parola ma poi Alex si sedette sulla sedia davanti a lui; li separava un tavolo.
-"Che cosa vuoi?"- gli chiese lei fredda come il ghiaccio
-"Tanto vale costituirsi in tempo...ormai ci sono dentro fino al collo cara Alexandra"- spiegò lui in modo enigmatico
-"Che cosa vuoi dire?"-
-"Non ne ho ancora fatto parola con il tuo capo, ma voglio dirlo a te. Non so come mai ho scelto te, ma ti dirò tutto quello che so..."- disse mentre incrociava le dita sul tavolo
-"Ti ascolto..."- rispose indifferente
-"DEATH non è morto come credevate. Non è stato eliminato correttamente. Sul nostro computer, nella fonderia, è stato salvato un piccolo frammento della memoria di DEATH ed è stato sufficiente per rigenerarsi e innestarsi automaticamente nella rete. Senza che noi facessimo qualcosa. Ora che sono stato catturato, tanto vale la pena di dire le cose come stanno visto che mio fratello non parlerà mai. Se non distruggete immediatamente DEATH per internet e per i vostri dispositivi, sarà la fine"- spiegò lui
La ragazza rimase leggermente trasecolata, perchè pensava che Amon lo avesse distrutto per sempre e invece rieccoli di nuovo al punto di partenza. Cosa potevano fare adesso?
-"Come possiamo distruggerlo?"- chiese lei appoggiando le braccia sul tavolo
-"Solo io vi posso aiutare"- concluse lui
I giorni passano e sembra che Amon non stia dando nessun segno di miglioramento...
Buona lettura ;)
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